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ToggleCi sono luoghi che sembrano usciti da un sogno, che appaiono all’improvviso lungo la strada come visioni sospese tra il cielo e la terra. Pitigliano è uno di quei luoghi.
La vedi emergere dalla roccia, scolpita nel tufo millenario, e non capisci subito dove finisce la natura e dove inizia la mano dell’uomo. È come se la città fosse sempre stata lì, modellata dal vento e dalla storia.
Pitigliano è il primo capitolo di un viaggio più ampio tra i borghi del tufo, dove ogni pietra racconta un segreto e ogni silenzio ha il sapore dell’eterno.
Il borgo, incastonato nella Maremma grossetana, è conosciuto anche come “la piccola Gerusalemme”, per via della storica presenza della comunità ebraica che qui trovò rifugio e radici. Ma Pitigliano non è solo storia. È atmosfera. È magia.
Per chi volesse organizzare una visita, il sito ufficiale del Comune è sempre aggiornato:
www.comune.pitigliano.gr.it
Cosa vedere a Pitigliano
Arrivando nel centro storico, ci si perde subito tra vicoli stretti, archi in pietra e scorci che sembrano dipinti. Vale la pena prendersi il tempo per scoprire ogni angolo con lentezza, senza fretta.
Il quartiere ebraico è uno dei punti più affascinanti. Qui si trovano la sinagoga, il forno kasher, la macelleria rituale, il bagno purificatore. Tutto è perfettamente conservato e ancora capace di emozionare.
Il Palazzo Orsini domina la piazza principale con la sua maestosità. Al suo interno, un museo racconta la storia del borgo e delle famiglie nobili che lo hanno governato.
Poi c’è l’acquedotto mediceo, con le sue arcate eleganti che sembrano attraversare il tempo più che lo spazio, e la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, che si affaccia su un belvedere spettacolare.
E infine, le Vie Cave. Percorsi scavati nel tufo dagli Etruschi, stretti corridoi naturali che sembrano usciti da un film fantasy. Camminarci dentro è un’esperienza quasi mistica. Il silenzio è totale, interrotto solo dal rumore dei propri passi e dal respiro della pietra.
Come arrivare a Pitigliano da Roma
Il modo migliore per raggiungere Pitigliano da Roma è l’auto. Il viaggio dura circa due ore e mezza ed è un’esperienza a sé: si attraversano campagne silenziose, colline dolci, borghi minuscoli e strade che sembrano dimenticate dal tempo.
Si parte da Roma percorrendo l’autostrada A12 in direzione Civitavecchia. Da lì si prende la SS1 Aurelia fino a Montalto di Castro, e poi si seguono le indicazioni per Canino, Valentano e infine Pitigliano. L’ultimo tratto regala i primi scorci della città che appare all’improvviso, come un miraggio scolpito nella roccia.
Chi sceglie il treno deve scendere a Orvieto o a Grosseto e poi proseguire in autobus. Ma i collegamenti non sono frequenti, e l’auto rimane senza dubbio la scelta più comoda.
Come ho scattato questa foto
Lo scatto è nato da un momento perfetto. Il cielo era terso, con nuvole gonfie che si muovevano lente. La luce del sole batteva decisa sulla rupe, scolpendo contrasti netti tra luci e ombre. Era il momento giusto per premere il tasto.
Ho usato una Xiaomi YI M1 con obiettivo XiaoYi 12-40mm f/3.5-5.6, impostando:
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ISO 110
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Lunghezza focale 12mm
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Esposizione 0EV
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Diaframma f/1.8
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Tempo di scatto 1/2660
Ho scelto un diaframma molto aperto per catturare più luce e ottenere un’immagine pulita, quasi incisa. La velocità di scatto altissima mi ha permesso di congelare ogni dettaglio, dalle case aggrappate alla roccia alle fronde degli alberi sotto la rupe.
Ma la vera scelta è stata quella del bianco e nero.
Pitigliano, in quel momento, non aveva bisogno di colore. Aveva bisogno di forza, di profondità, di memoria. In post-produzione ho accentuato il contrasto, recuperato un po’ di dettaglio nelle ombre e definito il cielo per dargli quel carattere da pellicola d’epoca. Non volevo una cartolina. Volevo un racconto.
Consigli per chi vuole fotografare Pitigliano
Cercate la vostra prospettiva. Io ho scattato da un punto panoramico lungo la SP46, appena prima di una curva, con una vista ampia sull’intero profilo del borgo.
Siate pazienti: la luce giusta arriva, e Pitigliano saprà ricompensarvi.
Non abbiate fretta di scattare. Prima di tutto, osservate. Respirate. Sentite il silenzio. Solo allora accendete la fotocamera. Pitigliano non è solo da fotografare: è da ascoltare.