Natale di Roma: quando la Città Eterna celebra se stessa

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Pocket
WhatsApp
Natale di Roma: quando la Città Eterna celebra se stessa
In occasione del Natale di Roma, il 21 aprile la capitale si anima con sfilate in costume, rievocazioni storiche e momenti carichi di suggestione. Un viaggio tra mito, fotografia e tradizione per celebrare la nascita della Città Eterna.

Roma non ha bisogno di presentazioni, ma una volta all’anno si presenta da sola. Lo fa con orgoglio e spettacolo, il 21 aprile, in occasione del Natale di Roma, una celebrazione che rievoca la leggendaria fondazione della città nel 753 a.C. È una festa che profuma di storia e di mito, capace di trasformare le strade della capitale in un palcoscenico vivo, abitato da antichi legionari, matrone, gladiatori e… figure senza tempo come quella che ho fotografato quest’anno, durante la grande parata.

Le origini leggendarie di Roma

Tutto parte dal mito di Romolo e Remo, i due fratelli allevati da una lupa sulle sponde del Tevere. È Romolo, secondo la tradizione, a tracciare il solco sacro sul Palatino e a fondare Roma, diventandone il primo re. Una storia affascinante, che da secoli nutre l’immaginario collettivo e ispira celebrazioni solenni e spettacolari. Nei tempi antichi, il dies natalis Romae era accompagnato da cerimonie religiose, sacrifici e giochi pubblici. Oggi, pur con uno spirito diverso, quel senso di appartenenza e identità torna ogni anno a farsi sentire con forza.

La grande parata storica: un viaggio indietro nel tempo

L’evento più atteso del Natale di Roma è la sfilata organizzata dal Gruppo Storico Romano, un’associazione che da decenni si dedica con passione alla rievocazione storica dell’antica Roma. Il corteo parte dal Circo Massimo, attraversa Via dei Fori Imperiali e si snoda fino al Colosseo. È un fiume umano che sembra sgorgato direttamente dalle pagine di un libro di storia.

Oltre duemila figuranti sfilano per il Natale di Roma indossando repliche fedelissime di armature, tuniche, toghe, elmi e scudi. Si vedono senatori dall’aria austera, centurioni marcianti, sacerdotesse con incensieri, e persino bighe trainate da cavalli. Ma ciò che rende unico il Natale di Roma è l’autenticità: ogni gesto, ogni passo, ogni costume è frutto di un’attenta ricerca storica, capace di restituire dignità e vita a un passato che sembra non voler morire.

La foto: un giovane vestito da Gesù, simbolo senza tempo

Nel cuore del Natale di Roma, tra le voci e i tamburi, ho scorto una figura che sembrava fuori dal tempo. Un giovane con capelli lunghi, barba e uno sguardo profondo, vestito con una semplice tunica e un mantello scuro. Sembrava un’apparizione. Mi sono avvicinato, ho inquadrato con cura e ho scattato, il risultato? Un ritratto da un alto valore simbolico.

Per immortalare quel momento ho utilizzato la mia Nikon D5000, abbinata a un obiettivo Sigma 70-300mm F4-5.6 DG Macro HSM. Le impostazioni erano pensate per cogliere la luce naturale del pomeriggio romano: ISO 400, f/5.5, 0EV, 1/250s. Ho scelto il bianco e nero per sottolineare l’aura sacrale della scena e per concentrare l’attenzione sui contrasti e sulle espressioni.

L’immagine ritrae il giovane, vestito da Gesù, mentre guarda verso un bambino di spalle. Il suo volto è pieno di quiete, quasi ieratico, e lo sguardo è rivolto con dolcezza verso l’interlocutore più piccolo. Il mantello lo incornicia come in una rappresentazione pittorica rinascimentale. Il fondo è sfocato, la luce disegna i contorni del volto e l’ombra avvolge il resto. In quella posa semplice si condensa un mondo di simboli: l’incontro tra l’uomo e il sacro, tra storia e spiritualità, tra rappresentazione e verità.

Fotografare il Natale di Roma: tra cronaca e suggestione

Scattare durante una rievocazione storica come il Natale di Roma richiede prontezza e sensibilità. Non basta cogliere il momento: bisogna raccontarlo. Serve attenzione alla luce, alla composizione, ma soprattutto al significato. Ogni volto è un messaggero, ogni costume è una storia, ogni gesto è una memoria restituita al presente.

Roma, in questi giorni, diventa un grande teatro vivente dove il passato è ovunque. Per chi fa fotografia documentaristica o artistica, è un’opportunità irripetibile. I giochi di luce tra le colonne antiche, le espressioni dei figuranti, i dettagli dei costumi offrono infiniti spunti visivi. E non è raro, come in questo caso, trovarsi di fronte a un volto che trascende la rievocazione e sembra parlare direttamente all’anima.

Vivere Roma nel giorno della sua nascita

Il Natale di Roma non è solo un evento turistico. È un atto d’amore verso la città, un momento di connessione profonda tra i suoi abitanti e la sua storia. Chi partecipa, anche solo come spettatore, si ritrova a camminare sulle orme dei fondatori, a respirare l’aria densa di secoli e a lasciarsi toccare dalla bellezza di una tradizione che resiste al tempo.

Se hai in programma un viaggio a Roma ad aprile, questo è il momento ideale. Non solo per goderti la città in una stagione splendida, ma per viverla attraverso le sue radici. Il Natale di Roma è un invito a rallentare, a osservare, a capire. E magari, come è successo a me, a scattare una foto che resterà nella memoria per sempre.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Pocket
WhatsApp

Una risposta

Lascia un commento