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ToggleCi sono luoghi che sembrano usciti da un sogno, dove il tempo si è fermato e ogni pietra racconta una storia. Civita di Bagnoregio è uno di quei luoghi. Un borgo così piccolo da sembrare fragile, così isolato da sembrare irraggiungibile, eppure così potente nel lasciare un segno nell’anima di chi lo visita. Mi piace raccontarvelo come l’ho vissuto io, in una giornata limpida in cui il sole disegnava ombre perfette sui mattoni e le nuvole sembravano danzare attorno alla rupe.
Una città che muore, ma non si arrende
La chiamano “la città che muore”, e il motivo è chiaro a chiunque la veda per la prima volta. Arroccata su una collina di tufo, Civita di Bagnoregio combatte ogni giorno contro l’erosione e il tempo. Fondata dagli Etruschi più di duemilacinquecento anni fa, ha visto passare eserciti, terremoti, frane, eppure è ancora lì, più viva che mai. Un piccolo miracolo sospeso nel vuoto, collegato al mondo solo da un lungo ponte pedonale che si arrampica fiero verso il cielo.
Appena ci si mette piede, si capisce che non si tratta solo di un borgo: è un simbolo di resistenza e bellezza. Le stradine strette, i balconi fioriti, i portoni in legno antico, la luce calda che accarezza i muri di pietra. Ogni dettaglio sembra costruito per incantare. È un luogo che invita al silenzio, alla contemplazione, alla lentezza. E che merita di essere vissuto senza fretta.
Come raggiungere Civita di Bagnoregio
Arrivare a Civita di Bagnoregio è un piccolo viaggio nel viaggio. Che tu venga da Roma, da Viterbo o da Orvieto, l’ultimo tratto va fatto a piedi. Si lascia l’auto in uno dei parcheggi del paese di Bagnoregio, e da lì si cammina. Il ponte pedonale, lungo e leggermente in salita, è già parte dell’esperienza. Si avanza lentamente, godendosi il panorama della valle sottostante e la sagoma fiabesca del borgo che si avvicina passo dopo passo. È come se Civita di Bagnoregio si lasciasse conquistare, poco a poco, senza fretta.
L’accesso è regolato da un biglietto d’ingresso, una piccola cifra che contribuisce alla manutenzione del borgo e alla salvaguardia della sua fragile struttura. Puoi acquistarlo anche online dal sito ufficiale del Comune di Bagnoregio, così eviti le code e ti godi l’ingresso senza pensieri. Scopri di più qui.
Un amore giapponese: Civita nella fantasia di Miyazaki
Passeggiando per Civita di Bagnoregio, non è raro incontrare gruppi di turisti giapponesi. Ma non si tratta solo di una semplice tappa italiana tra molte: per loro, questo luogo ha un valore quasi simbolico, poetico. Civita è diventata famosa in Giappone anche grazie all’universo cinematografico di Hayao Miyazaki, il maestro dell’animazione giapponese. I suoi mondi sospesi, le città fluttuanti, le atmosfere rarefatte e sognanti trovano un’eco sorprendente tra le pietre di questo borgo.
Non è un caso che alcuni paesaggi di film come Laputa – Castello nel cielo o La città incantata richiamino proprio le suggestioni di Civita di Bagnoregio. Città isolate, immerse nel verde e nel vento, in bilico tra la realtà e l’onirico: l’immaginario di Miyazaki sembra prendere forma tra le crepe del tufo e i silenzi della rupe.
In Giappone, Civita di Bagnoregio è diventata quasi un luogo mitologico, meta di pellegrinaggi laici da parte di appassionati d’arte, cultura e animazione. È un amore che nasce dal riconoscersi in qualcosa di profondamente umano: la bellezza fragile, il tempo che scorre, la meraviglia della semplicità. Ed è incredibile pensare come un piccolo borgo italiano sia riuscito, senza volerlo, a entrare nell’immaginario collettivo di un’altra cultura così distante eppure così in sintonia.
Il mio scatto, la mia visione
Quando ho deciso di fotografare Civita di Bagnoregio, sapevo di voler catturare quella sensazione di sospensione, di attesa. Mi sono posizionato all’inizio del ponte, lasciando che la linea prospettica guidasse l’occhio fino al cuore del borgo. Il cielo era pieno di nuvole bianche, in movimento, e ho capito subito che avrei scelto il bianco e nero. Una scelta stilistica che non toglie colore, ma aggiunge anima.
Ho usato la mia Fujifilm X-T3, una macchina che porto sempre con me nei viaggi importanti. L’obiettivo era il versatile Fujifilm XF18-135mm F3.5-5.6R LM OIS WR, perfetto per raccontare sia il dettaglio che l’insieme. Le impostazioni dello scatto erano: ISO 160, focale 23mm, f/5, tempo di esposizione 1/500s, esposizione neutra. La luce era ideale, la giornata limpida. Nessuna distrazione, solo la mia macchina e il silenzio che avvolgeva tutto.
Rivedere oggi quella foto mi fa sorridere: c’è dentro tutto ciò che volevo dire. L’equilibrio tra uomo e natura, tra forza e fragilità, tra memoria e futuro.
Piccoli consigli per godersi Civita al meglio
Visitare Civita di Bagnoregio non è come visitare un qualunque borgo italiano. Richiede un piccolo sforzo fisico, una certa predisposizione alla lentezza, e soprattutto una voglia sincera di lasciarsi sorprendere. È bene arrivare con scarpe comode, uno zaino leggero e acqua a sufficienza, soprattutto nei mesi caldi. Il ponte può essere faticoso, ma il premio all’arrivo è impagabile.
Portate con voi una macchina fotografica o anche solo uno smartphone con buona qualità: ogni angolo di Civita di Bagnoregio merita uno scatto. E se amate scrivere, portate anche un taccuino. Questo è un posto che fa nascere pensieri e poesie.
Un altro consiglio utile riguarda gli oggetti da viaggio. Se come me amate viaggiare leggeri ma preparati, vi consiglio di avere sempre con voi una power bank affidabile, una borsa fotografica compatta, e magari un piccolo treppiede da viaggio. In un articolo collegato, vi segnalerò i migliori accessori acquistabili online, utili per affrontare Civita… e molti altri viaggi. Se vi interessa, fatemelo sapere nei commenti: vi preparo una selezione con link diretti.
Un arrivederci, non un addio
Lasciare Civita è sempre un momento sospeso. Guardandola da lontano, mentre ci si allontana, si ha la sensazione di aver vissuto qualcosa di unico. Non solo una visita, ma un incontro. Un luogo che non ha bisogno di grandi effetti speciali per incantare: gli basta essere sé stesso.
Se ancora non ci siete stati, vi invito a farlo. Se ci siete stati, tornateci. Ogni stagione cambia la luce, i colori, le emozioni. Civita è come un vecchio libro di poesie: ogni volta che lo riapri, trovi qualcosa di nuovo.
Scrivetemi se volete consigli personalizzati, se avete dubbi sul percorso, o se volete condividere le vostre foto. Questo blog è anche vostro, e ogni viaggio diventa più bello se lo si racconta insieme.