Tombe a tumulo e città dei morti: il fascino eterno della Banditaccia

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Tombe a tumulo e città dei morti: il fascino eterno della Banditaccia
Tombe a tumulo immerse nel silenzio, strade antiche scolpite nel tufo e misteri etruschi da scoprire: la Necropoli della Banditaccia a Cerveteri è un viaggio nel cuore della storia, a meno di un’ora da Roma.

Ci sono luoghi in Italia che sembrano fuori dal tempo, capaci di raccontare storie millenarie con il semplice silenzio delle pietre. La Necropoli della Banditaccia, a Cerveteri con le sue tombe a tumulo, è uno di questi. Un sito archeologico incredibile, che si estende per centinaia di ettari su una collina tufacea nel Lazio, e che conserva intatte le testimonianze di una civiltà affascinante come quella etrusca.

Un patrimonio dell’umanità a pochi chilometri da Roma

La Banditaccia è una delle necropoli più importanti dell’intero bacino mediterraneo. È stata dichiarata Patrimonio UNESCO nel 2004 insieme a quella di Tarquinia. Camminare tra le sue tombe a tumulo, scolpite nel tufo e ricoperte di erba, è come entrare in una città silenziosa, dove ogni “casa” è in realtà una sepoltura, spesso destinata a famiglie intere. La struttura urbanistica è sorprendente: strade, piazzette, persino quartieri. Un vero e proprio insediamento, ma per l’eternità.

Per una panoramica generale sul sito, ho già scritto un articolo introduttivo molto dettagliato che puoi leggere qui: La Necropoli della Banditaccia a Cerveteri.

Quando visitarla e quanto costa l’ingresso

La necropoli e le sue tombe a tumulo è visitabile tutto l’anno, con orari che variano a seconda della stagione. In genere è aperta dal martedì alla domenica, dalle 9:00 alle 18:30 in estate e fino alle 17:00 nei mesi più freddi. L’ultimo ingresso è consentito circa un’ora prima della chiusura.

Il biglietto intero costa 6 euro, mentre il ridotto è di 3 euro. Un prezzo più che accessibile per un’esperienza che lascia il segno. Ma c’è una chicca che molti ignorano: ogni prima domenica del mese l’ingresso è gratuito per tutti. Un’occasione perfetta per organizzare una gita fuori porta senza spendere nulla.

La necropoli della Banditaccia

Come arrivare alla Necropoli della Banditaccia da Roma

Raggiungere Cerveteri da Roma è davvero semplice. Se viaggi in auto, basta prendere l’autostrada A12 Roma-Civitavecchia, uscire a Cerveteri-Ladispoli e seguire le indicazioni per il centro storico. La necropoli si trova a poca distanza dal paese, ben segnalata e con parcheggi disponibili nelle vicinanze.

Per chi preferisce i mezzi pubblici, la soluzione migliore è il treno regionale da Roma Termini a Ladispoli-Cerveteri, seguito da un autobus locale che in pochi minuti porta al sito archeologico. Il viaggio totale dura circa un’ora e mezza, ma subito dopo sarete pronti a vedere le tombe a tumulo della Banditaccia.

I tumuli etruschi: architettura per l’eternità

Uno degli aspetti più affascinanti della Banditaccia è la presenza delle tombe a tumulo. Si tratta di grandi costruzioni circolari coperte da un cumulo di terra, che all’esterno sembrano quasi piccole colline erbose. All’interno, però, custodiscono ambienti articolati, camere funerarie, colonne scolpite e dettagli architettonici che rivelano la complessità della civiltà etrusca.

Alcune tombe a tumulo riproducono in scala le abitazioni dell’epoca, con stanze separate, arredi scolpiti nella roccia e perfino letti in pietra per i defunti. Tra le più celebri tombe a tumulo, vale la pena citare la Tomba dei Capitelli, la Tomba della Capanna e la monumentale Tomba dei Rilievi, un capolavoro dell’arte etrusca decorato con oggetti di uso quotidiano modellati in stucco.

Dove sono finiti i reperti della necropoli?

Molti degli oggetti rinvenuti durante gli scavi – vasi, monili, statue, utensili, urne cinerarie – si trovano oggi sparsi tra vari musei, sia in Italia che all’estero. Il Museo Nazionale Cerite, situato proprio nel Castello di Cerveteri, è il punto di riferimento più immediato per vedere parte di questi reperti. Espone materiali provenienti dalle tombe e permette di approfondire il contesto storico e culturale della necropoli e delle tombe a tumulo.

Altri importanti pezzi si trovano al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, dove è conservato il famoso Sarcofago degli Sposi, uno dei simboli dell’arte etrusca. Alcuni reperti, soprattutto vasi pregiati e oggetti d’oro, sono custoditi anche al Louvre di Parigi, al British Museum di Londra e al Metropolitan Museum di New York, a testimonianza dell’importanza internazionale di questa civiltà.

Uno scatto che racconta tutto: dietro le quinte della fotografia

Durante la mia ultima visita, ho deciso di immortalare un angolo particolarmente suggestivo della necropoli dove ci sono le tombe a tumulo più famose. Per lo scatto ho utilizzato la mia fidata Fuji X-T3, una mirrorless che adoro per la sua resa cromatica e la qualità dei dettagli. Il tutto abbinato a un obiettivo Fujifilm XF18-135mm F3.5-5.6R LM OIS WR, estremamente versatile e perfetto per ambienti naturali e architetture.

Ecco i parametri tecnici della foto:

  • ISO: 640

  • Lunghezza focale: 10mm

  • Esposizione: 0EV

  • Diaframma: f/8

  • Tempo di scatto: 1/250s

Ho scelto una composizione che valorizzasse il contrasto tra luce e ombra, tra le curve morbide delle tombe a tumuli e le linee dure delle strutture in pietra. Il cielo era terso, con qualche nuvola alta a dare movimento all’inquadratura. La vegetazione sullo sfondo, con i pini marittimi e le fronde fitte, fa da cornice naturale alle tombe, esaltandone il mistero.

Descrizione dell’immagine: poesia in bianco e nero

La fotografia che ho scattato – che trovi all’inizio di questo articolo – è in bianco e nero come ormai è prassi per il mio sito. Una scelta voluta, per accentuare il senso di atemporalità del luogo. I due tumuli inquadrati sembrano quasi creature addormentate, coperte da un manto erboso che nasconde il loro passato. Le pietre annerite dal tempo, le ombre nette sul terreno, la luce che filtra tra le fronde… tutto contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, quasi onirica.

Quello che mi ha colpito, mentre premevo il pulsante di scatto, è stato il silenzio. Un silenzio che sembrava raccontare storie. Vite. Famiglie. Riti. Un silenzio che la fotografia, spero, riesce almeno in parte a trasmettere. Sono stato anche fortunato perché quel giorno a visitare le tombe a tumulo della Banditaccia non c’era praticamente nessuno.

Perché visitare la Banditaccia

Se ami l’archeologia, la fotografia, la storia o semplicemente i luoghi che sanno emozionare, la Necropoli della Banditaccia è una tappa obbligata. È uno di quei posti dove il tempo sembra fermarsi e la memoria dei popoli si fa viva tra l’erba e la pietra.

Organizza una visita, magari proprio la prima domenica del mese, e lasciati guidare dalla curiosità. Ti garantisco che tornerai a casa con un bagaglio più ricco. Non solo di immagini, ma anche di emozioni.

Vuoi altri consigli su cosa vedere nei dintorni o su come scattare al meglio in contesti archeologici? Scrivimi nei commenti o sui miei canali social!

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