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ToggleVolterra è uno di quei borghi toscani che non smettono mai di sorprenderti. Ogni volta che ci torno, anche solo per una passeggiata, riesce a darmi qualcosa di nuovo: un dettaglio architettonico sfuggito in passato, un vicolo che non avevo mai imboccato, una luce diversa sulle pietre antiche. Conosciuta per le sue radici etrusche, per le mura medievali e l’alabastro che ancora oggi viene scolpito con maestria, Volterra è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, ma senza mai perdere il contatto con il presente. Sul mio blog ne ho parlato spesso, raccontando delle mura, del teatro romano, delle porte etrusche, ma oggi voglio portarti a scoprire un luogo meno noto e proprio per questo ancora più prezioso.
L’oratorio di San Cristoforo, piccola gemma di pietra
Passeggiando per le vie di Volterra, in una zona dove le case sembrano stringersi come per proteggersi dal tempo, mi sono imbattuto in una piccola costruzione che ha subito attirato il mio sguardo: l’Oratorio di San Cristoforo. Una facciata semplice in mattoni, una nicchia con un bassorilievo consumato dal tempo, un portone scuro sovrastato da una finestra ad arco. E poi, la sensazione di essere davanti a qualcosa che ha visto passare i secoli, le vite, i pellegrini. È una costruzione modesta rispetto alla grandiosità del Duomo o del Palazzo dei Priori, ma ha un’anima profondissima. La sua forma richiama quella di tante piccole cappelle toscane, ma l’atmosfera è raccolta, quasi intima.
Non c’erano folle attorno, solo silenzio e luce, quella luce toscana che accarezza le superfici di pietra in un modo unico. E proprio in quel momento ho deciso di fotografarlo, sapendo che avrei voluto raccontare la sua storia.
Cosa sono gli oratori e a cosa servivano
Gli oratori, nel mondo cristiano, sono piccoli edifici sacri utilizzati per la preghiera e la devozione privata o collettiva. Non sono vere e proprie chiese, ma spazi spesso costruiti da confraternite o da famiglie benestanti per accogliere momenti di spiritualità, celebrazioni, veglie o semplici preghiere lontano dalla confusione dei grandi templi. In Toscana, e in generale in Italia, ne esistono molti, spesso incastonati nei centri storici come piccoli scrigni di arte popolare e fede vissuta.
L’Oratorio di San Cristoforo ha sicuramente avuto questo ruolo: accogliere i passanti, offrire rifugio spirituale, forse anche fisico, ai viandanti e ai fedeli. Dedicato a San Cristoforo, patrono dei viaggiatori, è facile immaginare che servisse proprio da punto di riferimento per chi si muoveva lungo le vie della città, magari con il cuore appesantito o le gambe stanche.
Dove si trova l’oratorio dentro Volterra
L’oratorio si trova in una delle strade laterali del centro storico di Volterra, in una posizione leggermente defilata, lontana dalle arterie più battute dai turisti. Ed è proprio questo il suo fascino. Basta camminare pochi minuti dalle piazze principali per trovarsi davanti a questo piccolo gioiello architettonico. La sua posizione quasi schiacciata tra gli edifici, con il campanile della chiesa maggiore che sbuca sullo sfondo, lo rende una presenza silenziosa ma essenziale. È uno di quei posti che non compaiono sempre sulle guide, ma che ti rimangono nel cuore più delle attrazioni da cartolina.
Sapori di Volterra, tra zuppe, cinghiale e vino rosso
Ovviamente non posso parlarti di Volterra senza aprire una parentesi sui sapori, perché camminare tra vicoli e monumenti apre anche l’appetito, e qui non manca certo l’occasione per soddisfarlo. A Volterra si mangia bene, molto bene. I piatti tipici toscani vengono serviti con quella rusticità sincera che profuma di casa e di tradizione. Una zuppa volterrana calda e fumante, preparata con pane, cavolo nero e legumi, è una carezza nelle giornate fredde. Ma anche i pici al ragù di cinghiale, ruvidi e generosi, sono una tappa obbligata per chi vuole sentire il sapore della Toscana più autentica.
Non mancano i formaggi pecorini, serviti con miele o marmellate, e l’alabastro… no, quello non si mangia, ma spesso finisce sulle tavole come decorazione! Da bere, ovviamente, si accompagna il tutto con un bicchiere di rosso: un Chianti delle colline volterrane o un vino locale meno noto ma dal carattere deciso. I vini qui sono schietti, come la gente, e raccontano la terra con ogni sorso.
Cosa vedere ancora a Volterra
Dopo una sosta culinaria, il bello è che Volterra offre ancora tanto. Puoi passeggiare lungo le mura etrusche, visitare la Fortezza Medicea (oggi in parte carcere, quindi non sempre accessibile), entrare nel Museo Etrusco Guarnacci per scoprire volti scolpiti millenni fa, oppure ammirare la maestosa Piazza dei Priori, che sembra uscita da un film medievale. Ogni angolo nasconde una storia, ogni strada è una macchina del tempo che ti porta a spasso tra le epoche.
La mia foto all’oratorio: tecnica, luce e ispirazione
La foto che vedi è stata scattata proprio davanti all’Oratorio di San Cristoforo, in un pomeriggio luminoso ma non troppo assolato. Ho usato la mia fidata Fuji X-T3 con l’obiettivo Fujifilm XF18-135mm F3.5-5.6R LM OIS WR. Le impostazioni erano ISO 160, lunghezza focale 36mm, esposizione 0EV, diaframma f/5 e tempo di scatto 1/250s. Il tutto a mano libera, sfruttando la luce naturale che in quel momento disegnava ombre nette ma morbide sulla facciata.
La scelta del bianco e nero è stata quasi istintiva. Ho voluto valorizzare la texture dei mattoni, la semplicità della struttura e quel senso di silenzio che avvolgeva tutto. A colori sarebbe stata comunque una bella immagine, ma il monocromo dona alla scena un’aura senza tempo, quasi mistica. Ho inquadrato frontalmente per evidenziare la simmetria e inserito volutamente la torre campanaria sullo sfondo, che fa da contrappunto verticale alla compattezza dell’oratorio. E poi ci sono quei due vasi ai lati della porta, quasi a voler proteggere l’ingresso, che sembrano due sentinelle vegetali. È uno scatto semplice ma che per me racchiude tutta l’anima di Volterra: discreta, elegante, autentica.
Una tappa da non perdere
Se stai organizzando una visita a Volterra, inserisci nel tuo itinerario anche l’Oratorio di San Cristoforo. Non ti ruberà troppo tempo, ma ti regalerà un frammento di silenzio e bellezza che difficilmente dimenticherai. E magari, se anche tu ami la fotografia, ti fermerai qualche minuto in più per cogliere la luce giusta, quel riflesso sul vetro, quella sfumatura sui mattoni che fa la differenza tra uno scatto e un ricordo.
Volterra è così: ti accoglie con le sue mura, ti sorprende con i suoi dettagli. E a volte, basta davvero un piccolo oratorio per sentirsi parte di una storia più grande.