Cascia e la forza di Santa Rita: un viaggio tra fede, silenzio e pietra

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Cascia e la forza di Santa Rita: un viaggio tra fede, silenzio e pietra
Cascia, nel cuore dell’Umbria, è un luogo di spiritualità e memoria legato indissolubilmente a Santa Rita. Un viaggio tra fede, arte e resilienza, raccontato attraverso la maestosa Basilica e uno scatto fotografico carico di atmosfera.

Ci sono luoghi che parlano all’anima prima ancora che allo sguardo, e Cascia è uno di questi. Incastonata tra le montagne dell’Umbria, questa cittadina ha qualcosa di profondamente mistico, come se il tempo si fosse fermato per custodire le orme della santa più amata d’Italia: Santa Rita. Appena arrivi, senti il silenzio del paesaggio montano che si mescola ai passi lenti dei pellegrini, ai ceri accesi, al profumo d’incenso che si spande tra le viuzze del borgo.

Cascia non è solo un centro spirituale, è anche una meta autentica per chi ama l’Italia meno turistica, quella fatta di stradine medievali, botteghe genuine e panorami che ti riconciliano con la semplicità della natura. L’ho visitata in una giornata di cielo carico di nuvole, un contrasto perfetto per lo scatto che avevo in mente davanti alla sua Basilica.

La Basilica di Santa Rita: un simbolo scolpito nella roccia e nella fede

Il cuore di Cascia è la Basilica di Santa Rita. Imponente, quasi austera nella sua architettura moderna, costruita negli anni Trenta del Novecento, ha una facciata che non si dimentica facilmente. Due torri simmetriche ai lati, un grande portale scolpito, una croce ben visibile al centro e quelle statue verticali che raffigurano scene della vita della Santa, incastonate tra le colonne. Non è un edificio che si concede subito, bisogna fermarsi e osservarlo con attenzione per coglierne la forza.

Non ha la leggerezza delle chiese gotiche né l’eccesso barocco di molte basiliche italiane: questa struttura sembra scolpita con lo scalpello della sobrietà. Ma è proprio in quella sobrietà che si percepisce la potenza della fede di chi qui arriva in pellegrinaggio. All’interno, la cripta con il corpo incorrotto di Santa Rita ti lascia senza fiato. Non per la spettacolarità, ma per l’intensità emotiva. Lì, nel silenzio, capisci perché milioni di persone ogni anno compiano il viaggio fino a Cascia.

Il terremoto che ha scosso l’anima e le pietre

Cascia, come gran parte della Valnerina, è stata colpita duramente dal terremoto del 2016. Ricordo le immagini trasmesse nei notiziari, le crepe nei muri, i tetti crollati, le persone sfollate. Anche la Basilica ha subito danni, ma la sua ricostruzione è stata immediata, come un segnale chiaro che la speranza non può essere spezzata neanche dalla forza della natura. Oggi, visitare Cascia significa anche rendere omaggio alla tenacia di una comunità che ha saputo rialzarsi e ricominciare.

Il terremoto non ha portato via la fede, anzi, l’ha forse rafforzata. Camminando per le vie del borgo, si notano ancora i segni del sisma, ma ciò che colpisce è la dignità con cui tutto è stato sistemato, la voglia di non dimenticare ma anche di andare avanti. Santa Rita è diventata ancora di più un simbolo di resilienza, la “santa degli impossibili” che protegge i suoi fedeli anche nella prova più dura.

Santa Rita, una santa che parla al cuore

Santa Rita non è una santa qualunque. La sua vita è una parabola incredibile di dolore e riconciliazione. Moglie e madre in giovane età, vide il marito assassinato e i figli morire poco dopo. Poi si fece monaca, e da lì iniziò il suo cammino di devozione, fatto di sacrifici e miracoli. È considerata la patrona delle cause disperate, e forse per questo attira ogni anno decine di migliaia di persone, ognuna con la propria storia da raccontare, ognuna con una speranza da affidarle.

Quando entri nella Basilica e guardi il suo volto, esposto nella teca, sembra di leggere in quegli occhi tutta la sofferenza umana e, al tempo stesso, la serenità di chi ha saputo perdonare. È difficile restare indifferenti. Anche se non sei religioso, anche se sei solo un viaggiatore curioso, qualcosa dentro si smuove.

Come arrivare a Cascia da Roma: un viaggio tra curve e panorami

Raggiungere Cascia da Roma è un piccolo viaggio nel cuore dell’Italia più autentica. Io sono partito da Roma Termini, ma non aspettarti un treno diretto. Il modo più comodo è prendere un treno regionale fino a Spoleto, che impiega circa un’ora e mezza. Da lì, ti consiglio di noleggiare un’auto oppure affidarti a uno degli autobus che salgono verso Cascia. La strada è tutta curve, si attraversano borghi dimenticati, si sale tra i monti e si costeggiano vallate mozzafiato.

In alternativa, se preferisci la comodità e non vuoi cambi, puoi optare per un autobus diretto da Roma Tiburtina. Il tragitto dura circa tre ore, ma lo scenario che ti accompagna vale ogni chilometro. Io, ovviamente, ho scelto di guidare: lo trovo il modo migliore per fermarmi a ogni scorcio che merita una foto. E in Umbria, credimi, sono tanti.

Lo scatto: la foto davanti alla Basilica

Quando sono arrivato davanti alla Basilica, il cielo era cupo. Quelle nuvole scure sembravano dipinte apposta per accentuare il contrasto con il bianco della facciata. Ho subito pensato: “questa è una foto in bianco e nero”. A volte la scena ti parla prima ancora di premere il pulsante. Ho preso la mia Fuji X-T2, montato il mio fedele obiettivo Fujifilm XF18-55mm F2.8-4R LM OIS WR e mi sono posizionato di fronte, perfettamente al centro.

Le impostazioni? ISO 200, 20mm, esposizione 0EV, diaframma f/7, tempo di scatto 1/500s. Ho scelto un tempo veloce per fermare il movimento delle nuvole e un diaframma abbastanza chiuso per avere una profondità di campo netta su tutta la facciata. Il cielo, carico di dramma, ha fatto il resto. La luce filtrava a tratti tra le nuvole, creando quei fasci che sembrano disegnati, quasi mistici.

Nella foto che ti mostro, puoi vedere tutto questo: la forza delle torri che si stagliano contro l’oscurità, la simmetria precisa della facciata, e quel contrasto netto che rende l’atmosfera solenne. Non è solo una fotografia, è un racconto visivo. E ogni volta che la riguardo, sento ancora quel silenzio, quel vento leggero, quella spiritualità che impregna l’aria di Cascia.

Un luogo dove tornare, anche solo con il cuore

Cascia ti resta dentro. Non solo per la sua bellezza, ma per l’esperienza umana e spirituale che regala. È un posto dove le emozioni prendono forma, dove la pietra racconta la fede, dove anche la sofferenza diventa parte di un cammino. Che tu ci vada per devozione o per curiosità, ci tornerai arricchito. E magari, proprio come me, con una foto che racconta molto più di mille parole.

Alla prossima tappa, sempre con lo zaino in spalla, la macchina fotografica al collo e il cuore aperto alle meraviglie d’Italia.

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