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ToggleLa Cascata dell’Alferello sono uno di quei luoghi che ti rimangono dentro, non solo per la loro bellezza scenografica ma anche per l’atmosfera selvaggia che le circonda. Qui, nel cuore dell’Appennino romagnolo, il suono dell’acqua che precipita lungo la roccia si mescola con il fruscio del bosco, creando un ambiente che sembra sospeso nel tempo. È un piccolo paradiso naturale, perfetto per una gita fuori porta o per chi ha voglia di staccare la spina e immergersi nella natura più autentica.
Un angolo nascosto tra foreste e rocce
Camminare verso la cascata significa già entrare in un mondo diverso. Il verde intenso degli alberi, la frescura che si percepisce man mano che ci si avvicina al corso d’acqua, e infine il fragore della cascata che annuncia la sua presenza prima ancora che lo sguardo riesca a catturarla. Quando finalmente appare davanti agli occhi, l’Alferello colpisce per la sua imponenza: l’acqua scende in più salti lungo una parete di roccia stratificata, creando giochi di luce e riflessi che cambiano a seconda delle ore del giorno.
Come arrivare alla cascata
Raggiungere la cascata dell’Alferello è semplice, ma bisogna sapere da dove partire. Il punto di riferimento è il borgo di Alfero, una frazione del comune di Verghereto, in provincia di Forlì-Cesena. Dal paese si prosegue seguendo le indicazioni per la cascata, fino a raggiungere un’area nei pressi del torrente Alferello da cui inizia il sentiero.
Chi arriva in auto può parcheggiare poco fuori dal centro abitato: ci sono spazi comodi e gratuiti dove lasciare la macchina. Da lì, il percorso è ben segnalato e non presenta grandi difficoltà. In pochi minuti si raggiunge la cascata, ma già lungo il cammino l’ambiente regala scorci bellissimi sul torrente e sul bosco circostante.
Da Roma alla Cascata dell’Alferello
Se parti da Roma, il viaggio è più lungo ma vale assolutamente la pena. In auto si impiegano circa tre ore e mezza o poco più, a seconda del traffico e delle soste. Si percorre l’autostrada A1 in direzione Firenze fino all’uscita di Cesena Nord, poi si imbocca la E45 verso Cesena e successivamente verso Bagno di Romagna, seguendo le indicazioni per Verghereto e quindi per Alfero. È una strada che alterna tratti veloci a saliscendi appenninici, con curve che aprono scorci spettacolari sulle vallate e sui boschi circostanti.
Il viaggio in sé diventa parte dell’esperienza: dalle pianure laziali si passa alle colline umbre e poi alle montagne romagnole, cambiando paesaggi e atmosfere quasi senza accorgersene. Se hai tempo, puoi programmare qualche sosta lungo il percorso, magari a Perugia o Città di Castello, per spezzare il tragitto e scoprire anche un pezzo d’Italia meno turistico ma altrettanto affascinante.
Chi preferisce muoversi in treno deve calcolare tempi più lunghi e qualche cambio: si può raggiungere Cesena o Forlì e poi proseguire con autobus locali verso Verghereto, ma i collegamenti non sono molto frequenti. Per questo motivo, l’auto resta la soluzione migliore, perché ti permette di gestire i tempi con maggiore libertà e di abbinare alla visita della cascata un giro tra i borghi e le foreste del Parco delle Foreste Casentinesi.
Il periodo migliore per visitarle
Ogni stagione trasforma la cascata dell’Alferello in un luogo diverso. La primavera è probabilmente il momento più spettacolare: le piogge e lo scioglimento delle nevi alimentano il torrente, regalando un getto d’acqua potente e fragoroso, mentre il bosco circostante si colora di verde brillante e fiori spontanei. È il periodo in cui la cascata mostra tutta la sua energia.
L’estate, invece, è la stagione della frescura e del relax. Anche se il flusso d’acqua può ridursi nei mesi più caldi, la cascata mantiene un fascino particolare. Molti scelgono di fermarsi sulle rive del torrente per fare un picnic o per immergere i piedi nell’acqua gelida, un gesto semplice ma che regala una sensazione di immediato benessere.
In autunno, la cornice naturale diventa quasi pittorica: i colori caldi delle foglie si riflettono sull’acqua creando contrasti che invitano alla fotografia. È una stagione meno affollata, perfetta per chi cerca tranquillità e vuole vivere l’esperienza senza troppa gente intorno.
L’inverno, infine, regala una magia unica: in alcune annate particolarmente fredde, la cascata si trasforma in una scultura di ghiaccio. Vedere l’acqua bloccata a metà del suo salto naturale è qualcosa che difficilmente si dimentica. Certo, le temperature sono rigide e il percorso può essere più impegnativo, ma per chi ama i paesaggi invernali l’esperienza è impagabile.
Come vestirsi e cosa portare
Anche se il sentiero che conduce verso la cascata è breve e non particolarmente impegnativo, è sempre bene prepararsi. Le scarpe sono l’elemento più importante: servono calzature comode, meglio se da trekking, perché la zona vicino all’acqua può essere umida e scivolosa. In primavera e autunno è utile avere con sé una giacca impermeabile o un k-way, visto che l’umidità è alta e il meteo può cambiare in fretta in montagna.
In estate, invece, non dimenticate costume da bagno e asciugamano: anche solo un tuffo veloce nelle acque del torrente è un modo rigenerante per affrontare le giornate calde. Portate con voi una borraccia d’acqua, qualche snack e, se vi piace la fotografia, non lasciate a casa la macchina fotografica. Qui la luce, l’acqua e la vegetazione creano scenari perfetti per sperimentare con tempi di esposizione e contrasti.
Il consiglio che mi sento di dare è anche di portare con sé un cambio asciutto, perché l’umidità della cascata tende a impregnare i vestiti se ci si avvicina troppo. Infine, ricordate che si tratta di un ambiente naturale: non ci sono bar, ristoranti o punti di ristoro nelle immediate vicinanze, quindi conviene organizzarsi in anticipo.
Il percorso e l’esperienza
Il percorso che porta verso la cascata dell’Alferello è alla portata di tutti. Non si tratta di un trekking vero e proprio, ma piuttosto di una breve passeggiata che in pochi minuti permette di raggiungere il cuore del bosco. Questo lo rende adatto anche a famiglie con bambini o a chi non è particolarmente allenato.
La magia, però, non sta solo nella cascata finale ma nel cammino stesso: il sentiero costeggia il torrente, tra radure e alberi secolari, regalando una sensazione di immersione totale nella natura. L’acqua accompagna i passi, con un rumore costante che diventa sempre più intenso man mano che ci si avvicina alla cascata.
Una volta arrivati, la vista è imponente. L’acqua che scende lungo la parete di roccia crea un effetto ipnotico: ti ritrovi a fissarla per minuti interi, come se il tempo fosse sospeso. C’è chi sceglie di restare in silenzio, semplicemente ascoltando, e chi invece si lascia andare alla fotografia, cercando di catturare l’attimo perfetto. È un luogo che invita alla contemplazione e che sa sorprendere ogni volta, anche per chi ci torna più volte.
La mia fotografia della cascata
Durante la mia visita non potevo non immortalare questo spettacolo. Ho scelto di scattare con la mia Fuji X-T3 abbinata a un obiettivo Fujifilm XF18-135mm F3.5-5.6R LM OIS WR. Per questa foto ho impostato ISO 1000, 18mm, 0EV, f/7,1 e 1/4000s. La scelta di tempi rapidi mi ha permesso di catturare l’acqua con nitidezza, mantenendo il contrasto forte sulle rocce scure.
Lo scatto in bianco e nero è stata una scelta voluta: volevo eliminare ogni distrazione cromatica per esaltare il movimento dell’acqua che scivola sulla parete. Il risultato è un’immagine che sembra scolpita nella pietra, con i riflessi che creano quasi una trama geometrica naturale. Guardando la foto, si percepisce la potenza della cascata ma anche la sua delicatezza, come se fosse un tessuto leggero che cade sulla roccia.