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ToggleNascosta tra le gole scolpite dalla natura e i profili verdi dell’Appennino marchigiano, l’abbazia di San Vittore alle Chiuse è una perla architettonica che sembra sospesa nel tempo. Arrivare fin qui è come sfogliare le pagine di un antico codice miniato: ogni pietra della chiesa racconta una storia, ogni dettaglio è un frammento di un passato che resiste, austero e silenzioso.
Storia dell’abbazia
Fondata intorno all’anno Mille, l’abbazia di San Vittore alle Chiuse è uno degli esempi più significativi di architettura romanica nelle Marche. Il nome “alle Chiuse” fa riferimento proprio alla sua posizione, stretta tra le pareti rocciose delle Gole della Rossa, quasi a proteggerla dal mondo esterno. Costruita dai monaci benedettini, la chiesa conserva ancora oggi la sua struttura originale con pianta a croce greca inscritta in un quadrato, sormontata da una cupola centrale e affiancata da un massiccio campanile.
La sobrietà degli esterni in pietra calcarea dell’ abbazia di San Vittore alle Chiuse, così come la geometria rigorosa delle sue forme, donano al luogo un’aura di mistica compostezza. L’interno è spoglio, come si conviene all’essenzialità benedettina, ma non manca di suggestione: il silenzio che avvolge ogni passo amplifica l’impatto emotivo e spinge alla contemplazione.
Dove si trova
L’abbazia di San Vittore alle Chiuse si trova nel comune di Genga, in provincia di Ancona, incastonata nel Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. È un luogo fuori dal tempo, circondato dalla natura e dal rumore lento del fiume Sentino che scorre poco distante.
Come arrivare all’abbazia di San Vittore alle Chiuse
Se parti da Roma, hai diverse opzioni per raggiungere l’ abbazia di San Vittore alle Chiuse:
In auto, prendi l’autostrada A1 in direzione Firenze, esci a Orte e prosegui sulla SS675 verso Spoleto. Da lì, segui le indicazioni per Foligno e imbocca la SS77 in direzione Colfiorito. A Fabriano prendi la SS76 verso Ancona, uscita Genga–San Vittore Terme. Il viaggio dura circa 2 ore e 45 minuti.
In treno, puoi prendere un treno diretto a Fabriano (con eventuale cambio a Foligno). Da Fabriano parte una linea regionale che ferma alla stazione di San Vittore Terme, a pochi minuti a piedi dall’abbazia. In alternativa, da Fabriano puoi anche prendere un taxi.
In autobus, esistono linee regionali da Roma a Fabriano, con cambio a Perugia o Ancona. Tuttavia, i tempi di percorrenza sono più lunghi rispetto al treno o all’auto.
Se invece parti da Milano, le soluzioni sono un po’ più articolate per arrivare all’ abbazia di San Vittore alle Chiuse:
In auto, prendi l’autostrada A1 fino a Bologna, poi l’A14 Adriatica in direzione Ancona. Esci ad Ancona Nord e prendi la SS76 fino all’uscita Genga–San Vittore Terme. Il viaggio dura circa 5 ore e 30 minuti.
In treno, prendi un Frecciarossa o Intercity per Ancona, poi un regionale per Fabriano. Da lì, prosegui con il treno regionale per San Vittore Terme.
In autobus, ci sono collegamenti per Ancona da Milano, ma il tragitto richiede vari cambi e un notevole allungamento dei tempi. È l’opzione meno consigliata.
In ogni caso, il tratto finale da Fabriano verso Genga regala uno dei paesaggi più affascinanti dell’Italia centrale: boschi fitti, gole profonde e colline che sembrano scolpite a mano.
Cosa vedere nei dintorni
A pochi minuti dall’abbazia di San Vittore alle Chiuse si trovano le spettacolari Grotte di Frasassi, tra i complessi carsici più straordinari d’Europa. Un mondo sotterraneo fatto di stalattiti, stalagmiti, laghi e colossali cavità come l’Abisso Ancona. Puoi scoprire tutte le informazioni sul sito ufficiale: www.frasassi.com
Nei dintorni vale la pena visitare anche il borgo di Genga, con il Museo Speleopaleontologico e i sentieri del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa, ideali per chi ama il trekking e la fotografia naturalistica.
Lo scatto fotografico: dietro le quinte
Per raccontare al meglio l’atmosfera dell’abbazia, ho scelto un punto di vista incorniciato da un arco in pietra che accompagna naturalmente l’occhio verso la struttura romanica sullo sfondo. Ho scattato con una Nikon D5000 abbinata a un obiettivo grandangolare Sigma 10-20mm f/4-5.6 EX DC HSM.
Ho impostato ISO 200 per mantenere un’ottima qualità d’immagine e minimizzare il rumore, 10mm per ottenere un’ampia prospettiva, f/5.6 per bilanciare profondità di campo e nitidezza, e un tempo di 1/400s per bloccare ogni minimo movimento e preservare i dettagli della pietra. La luce era quella naturale del mattino, morbida e diffusa, perfetta per esaltare le texture del travertino e le ombre tra gli archi.
Il risultato è uno scatto in bianco e nero che restituisce la solennità e la quiete del luogo, con la montagna sullo sfondo che abbraccia l’abbazia come in un tempo sospeso.