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ToggleCi sono luoghi che sembrano usciti direttamente dalle pagine di un romanzo gotico, posti in cui il tempo si è fermato lasciando spazio solo al vento, alla pietra e alla memoria. Uno di questi è Canale Monterano, antico borgo fantasma a pochi chilometri da Roma. Ogni volta che torno qui, il silenzio delle rovine mi parla più delle parole. E oggi voglio portarvi con me in questo viaggio, tra storia, misteri e fotografia.
Il fascino delle rovine e la storia di un abbandono
Canale Monterano si trova nel cuore del Lazio, incastonato nella Riserva Naturale Regionale di Monterano, un’area protetta tra il lago di Bracciano e il Mar Tirreno. Un tempo fiorente centro abitato, oggi è un borgo fantasma che conserva tra i suoi resti le tracce di una storia millenaria. Le sue origini risalgono all’epoca etrusca, ma è in epoca romana e soprattutto nel Rinascimento che conosce il massimo splendore.
Il borgo fu definitivamente abbandonato alla fine del XVIII secolo. La causa? Una serie di eventi tragici: prima un’epidemia di malaria, poi il saccheggio da parte delle truppe napoleoniche nel 1799, e infine un devastante incendio appiccato dai francesi che segnò la fine della vita cittadina. Gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo di Canale, dando origine all’attuale Canale Monterano. Da allora, il vecchio centro rimase immerso nel silenzio, divorato dalla vegetazione e dal tempo.
Come arrivare a Canale Monterano da Roma
Raggiungere Canale Monterano da Roma è semplice e rappresenta una perfetta gita fuori porta per chi ha voglia di immergersi nella storia e nella natura. In auto, si percorre la Cassia o la Braccianese fino a raggiungere il comune di Canale Monterano. Da lì, si può lasciare l’auto nei pressi del parcheggio della Riserva Naturale e proseguire a piedi lungo i sentieri che conducono alle rovine. La camminata è breve, ma già carica di suggestione: il rumore dei passi sulle foglie secche, il canto degli uccelli, il vento tra gli alberi. Un preludio perfetto all’arrivo tra le rovine.
Curiosità: tra Bernini, cinema e il Marchese del Grillo
Se ti stai chiedendo perché Canale Monterano sia così speciale, sappi che questo borgo abbandonato è stato toccato da mani illustri. Il genio del Barocco Gian Lorenzo Bernini progettò per la famiglia Altieri — che nel Seicento possedeva il feudo — alcune delle sue architetture più affascinanti: la maestosa chiesa di San Bonaventura e la scenografica fontana con il leone, realizzata su commissione di Papa Clemente X Altieri.
Ma non è tutto: le rovine di Canale Monterano sono state scelte come location per numerosi film e serie tv. Tra le pellicole più celebri girate qui, c’è Il Marchese del Grillo con Alberto Sordi, Ben-Hur, Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini e Brancaleone alle crociate. Le architetture spoglie e solenni di questo luogo lo rendono un set naturale perfetto per storie che richiedono un’aura di mistero, solennità e malinconia.
Se vuoi approfondire la storia del borgo e delle sue connessioni artistiche e cinematografiche, ho dedicato un articolo completo proprio qui: Canale Monterano, tra rovine, arte di Bernini e il Marchese del Grillo
La mia fotografia: scattare il silenzio
Visitare Canale Monterano significa anche lasciarsi ispirare. Per me, che attraverso la fotografia cerco di raccontare le emozioni dei luoghi, questo borgo è una miniera inesauribile di suggestioni. Durante la mia ultima visita, ho deciso di immortalare una delle torri parzialmente crollate, un elemento che mi ha colpito per la sua forza drammatica. Le pietre sembrano resistere al tempo, avvolte da piante selvatiche, come se la natura e la storia stessero ancora lottando per il dominio del luogo.
Per questo scatto ho utilizzato la mia fidata Nikon D5000 con un obiettivo Nikkor AF-S DX VR Zoom 18-55mm f/3.5-5.6G. Le impostazioni erano: ISO 200, 18mm, 0EV, f/10, 1/400 s. Ho scelto una giornata luminosa per sfruttare al massimo la luce naturale e ottenere un contrasto forte tra le ombre delle pietre e il cielo terso. Il diaframma a f/10 mi ha garantito una buona profondità di campo, mantenendo dettagliate sia le texture della torre in primo piano sia le rovine sullo sfondo.
La scelta del bianco e nero è venuta dopo. Mentre post-producevo lo scatto, ho sentito che i colori toglievano qualcosa alla solennità della scena. Volevo che l’immagine comunicasse silenzio, resistenza, eternità. Così ho deciso di virare al monocromatico, enfatizzando la drammaticità delle nuvole e la ruvidità della pietra. Per me, questa foto è una sintesi perfetta di Canale Monterano: un luogo che vive nella sua rovina, che racconta nel silenzio più di quanto farebbero mille parole.
Perché visitare Canale Monterano oggi
In un mondo dove tutto corre, dove i luoghi vengono fotografati, postati e dimenticati nel giro di un istante, Canale Monterano è un invito a rallentare. È un luogo per camminare con rispetto, ascoltare la propria voce interiore, lasciarsi sorprendere dalla bellezza della decadenza. È un viaggio fisico e spirituale allo stesso tempo.
Che tu sia un appassionato di fotografia, un amante della storia, un escursionista o un semplice curioso in cerca di un luogo fuori dai radar, Canale Monterano saprà regalarti un’esperienza autentica, lontana dal turismo di massa, vicina alla poesia del tempo che passa.
Se decidi di andarci, portati acqua, scarpe comode, e magari una macchina fotografica: non per forza per scattare, ma per guardare meglio.
E quando torni, raccontami la tua esperienza. Perché ogni rovina ha mille storie, e ognuno di noi ne scopre una diversa.