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ToggleTra i boschi fitti dei Monti Cimini e le curve che si arrampicano sulle colline dell’Alto Lazio, Caprarola appare come una visione sospesa nel tempo. Un borgo che conserva il fascino dell’antico, dell’equilibrio tra natura e architettura, tra arte e spiritualità. Qui il ritmo rallenta, lo sguardo si allarga, l’aria profuma di storia e di bosco. Avevo già raccontato la meraviglia del Palazzo Farnese e della sua celebre Sala di Ercole, una delle testimonianze più alte del Rinascimento italiano. Ma oggi voglio condurti in un luogo meno conosciuto, più silenzioso, ma altrettanto denso di fascino: la Casa Santa Teresa.
Un convento tra gli alberi
Situata in posizione appartata, ai margini del borgo, la Casa Santa Teresa emerge dallo sfondo verde intenso dei boschi come una sentinella del tempo. L’edificio, oggi sede di accoglienza spirituale, conserva intatta l’aura di raccoglimento e introspezione che ha sempre caratterizzato gli antichi conventi. La facciata, elegante e simmetrica, è un esempio di barocco sobrio ma raffinato, con decorazioni in pietra viva, finestre ad arco e una loggia centrale che cattura subito lo sguardo.
L’atmosfera che si respira intorno alla Casa Santa Teresa è difficile da descrivere: un silenzio pieno, vivo, che invita a fermarsi. Non c’è frastuono turistico, non c’è nulla di artificioso. Solo la voce del vento tra gli alberi, il rintocco lontano di una campana, e lo scricchiolio dei passi sul selciato antico. Un luogo dove anche l’anima può respirare.
Come arrivare a Caprarola da Roma
Raggiungere Caprarola da Roma è parte dell’esperienza. Il modo migliore per farlo è in auto, godendo della transizione paesaggistica dalla città eterna alle colline della Tuscia. Si prende l’autostrada A1 in direzione Firenze e si esce a Magliano Sabina. Da lì si prosegue sulla SS675 fino a Viterbo e si seguono le indicazioni per Caprarola, attraversando noccioleti, campi coltivati e borghi silenziosi.
Per chi viaggia con i mezzi pubblici, l’alternativa è prendere un treno regionale da Roma Termini fino a Viterbo Porta Fiorentina. Una volta arrivati, si prosegue in autobus con i mezzi Cotral che collegano Viterbo a Caprarola. Il viaggio dura circa due ore, ma è l’occasione perfetta per abbandonarsi al paesaggio e prepararsi a un’immersione nella bellezza.
Il sapore della Tuscia
Passeggiare per Caprarola apre inevitabilmente lo stomaco. E qui, la cucina locale sa come coccolarti. In cima alla lista c’è la regina indiscussa della zona: la nocciola tonda gentile romana, ingrediente principe di dolci, biscotti e liquori artigianali. Ogni forno o pasticceria ne offre una versione unica.
Tra i piatti da non perdere ci sono le pappardelle al cinghiale, un classico robusto e aromatico, e la zuppa di funghi dei Cimini, ideale nelle stagioni più fresche. I secondi spaziano dalle carni alla brace ai formaggi stagionati locali, accompagnati da vini autoctoni come l’Aleatico e la Grechetto della Tuscia. E per concludere? Un bicchiere di nocino o di liquore alle nocciole, naturalmente.
Cosa vedere nei dintorni
Caprarola è perfetta per una gita di un giorno, ma offre molto più di quanto si possa pensare. A pochi chilometri si trova il Lago di Vico, un piccolo specchio d’acqua vulcanico incastonato tra le montagne, ideale per passeggiate rilassanti, picnic e birdwatching. In estate le sue rive diventano un rifugio fresco e tranquillo, lontano dal caos delle mete più affollate.
Non lontano, il borgo di Ronciglione merita una visita per il suo centro storico medievale e le sue tradizioni folkloristiche, tra cui uno dei carnevali più antichi d’Italia. Chi ama la natura può salire fino alla Riserva del Monte Venere, un paradiso per escursionisti, immerso in una foresta di faggi, castagni e querce, con sentieri che regalano scorci mozzafiato sulla valle.
L’anima della foto
La foto che accompagna questo articolo è stata scattata durante una delle mie esplorazioni solitarie a Caprarola, in una giornata d’autunno dove la luce giocava a nascondersi tra le nuvole. Volevo catturare non solo la struttura architettonica della Casa Santa Teresa, ma anche l’aura che la circonda: quel senso di sospensione, di mistero, quasi mistico.
Ho utilizzato una Nikon D5000 con un obiettivo Nikkor AF-S DX VR Zoom 18-55mm f/3.5-5.6G. Ho impostato ISO 200, lunghezza focale 55mm, apertura f/8 e tempo di scatto 1/250s, con esposizione neutra (0EV). L’obiettivo era quello di ottenere una profondità di campo tale da mantenere nitida tutta la facciata, evidenziando ogni dettaglio architettonico senza compromettere la resa dello sfondo boscoso.
La scelta del bianco e nero è venuta naturale. La scena era già ricca di contrasti: il bianco delle mura, il nero delle ombre sotto le arcate, le venature della pietra, il verde profondo degli alberi. Privarla del colore mi ha permesso di restituire l’essenza della struttura, mettendo in risalto la simmetria e la spiritualità. In post-produzione mi sono limitato a enfatizzare leggermente le ombre per dare maggiore tridimensionalità e un senso di maestosità silenziosa.
Un luogo che parla al cuore
La Casa Santa Teresa di Caprarola è un luogo che va oltre la semplice visita turistica. È un punto d’incontro tra architettura e spiritualità, tra silenzio e bellezza. Non si impone, non si esibisce. Ti aspetta in disparte, pronta a svelarsi solo a chi ha occhi per guardare davvero. Se stai programmando una fuga dalla città, un giorno tra i vicoli di Caprarola, una passeggiata sul lago, un pranzo saporito e una sosta davanti a questo edificio incantato potrebbero essere proprio ciò che ti serve per ritrovare un po’ di respiro.
E se deciderai di portare con te la macchina fotografica, ricordati che qui la luce non è mai banale. A Caprarola la luce racconta, accarezza, rivela. Proprio come le storie migliori.