L’Abbazia di Valvisciolo: un luogo di storia, leggende e un mistero templare

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L'Abbazia di Valvisciolo
L'Abbazia di Valvisciolo è un luogo ricco di storia e mistero, con leggende legate ai Cavalieri Templari e una crepa simbolica sull'architrave. Situata vicino a Sermoneta, offre un'esperienza suggestiva tra architettura medievale e paesaggi naturali, arricchita dai sapori della cucina locale.
Immersa nel cuore della provincia di Latina, l’Abbazia di Valvisciolo è uno di quei luoghi che sembrano appartenere a un’altra epoca, con le sue pietre antiche e le leggende che avvolgono ogni angolo.Questa abbazia medievale non solo è un capolavoro di architettura religiosa, ma anche un luogo che racconta storie di Templari, misticismo e misteri irrisolti. Ogni anno, attira visitatori affascinati dalle sue leggende e curiosi di scoprire un angolo di Lazio ricco di spiritualità, una chiesa dal fascino senza tempo.

Cenni storici sull’Abbazia di Valvisciolo

Fondata nel XIII secolo dai monaci cistercensi, l’Abbazia di Valvisciolo è un esempio di architettura romanico-gotica, con la semplicità delle forme tipica dello stile cistercense.

I monaci scelsero questo luogo tranquillo e isolato per costruire una struttura che fosse al contempo un centro di preghiera e di lavoro manuale, in linea con la loro regola di vita. Nei secoli, l’abbazia ha attraversato varie vicissitudini, tra cui l’abbandono e la successiva rinascita.

Oggi è un’importante testimonianza della spiritualità medievale e continua a essere meta di pellegrinaggi e visite culturali.

La leggenda dei Templari e la crepa sull’architrave

La connessione tra l’Abbazia di Valvisciolo e i Cavalieri Templari è un elemento affascinante che aggiunge mistero a questo luogo già suggestivo. Si narra che l’abbazia fosse un luogo di rifugio per i Templari, e che la loro presenza sia testimoniata dalla croce templare visibile nel rosone e dall’enigmatico quadrato magico “Sator Arepo Tenet Opera Rotas” inciso su una parete interna, simbolo criptico ricorrente nei luoghi legati all’ordine templare.

La leggenda racconta che, nel 1314, con la condanna e il rogo dell’ultimo Gran Maestro Templare Jacques de Molay, una crepa apparve sull’architrave della porta principale dell’abbazia, come segno di una maledizione o di una protesta simbolica. Questa crepa è ancora visibile oggi, un segno concreto che alimenta il mito e che sembra volerci ricordare un passato di segreti e intrighi.

Come arrivare all’Abbazia di Valvisciolo

Raggiungere l’Abbazia di Valvisciolo è semplice e piacevole. Se partite da Roma, potete prendere l’autostrada A1 in direzione Napoli e uscire a Valmontone.

Da qui, seguite le indicazioni per Sermoneta, un borgo che merita anch’esso una visita per il suo castello e i vicoli medievali. L’abbazia si trova a pochi minuti di distanza in auto dal centro di Sermoneta e, una volta giunti sul posto, sarete accolti da una vista spettacolare sulle colline circostanti, che offrono un contesto ideale per una passeggiata nella natura.

Cosa mangiare nei dintorni

Dopo una visita all’abbazia, potete immergervi nella gastronomia locale nei numerosi ristoranti e agriturismi della zona. La cucina del Lazio è ricca di sapori autentici e piatti rustici che esaltano i prodotti del territorio.

Tra i piatti tipici consigliati ci sono la porchetta, le olive di Gaeta e il pane casereccio. I ristoranti della zona spesso servono anche pasta fatta in casa e carni alla griglia, accompagnate dai vini laziali, come il Nero Buono o il Bellone, che rendono il pasto ancora più speciale.

Per un’esperienza ancora più autentica, alcuni agriturismi offrono menu a base di prodotti biologici e a km zero, con specialità stagionali che variano durante l’anno.

Fotografia dell’Abbazia

Durante la mia visita all’Abbazia di Valvisciolo, ho voluto catturare l’essenza di questo luogo attraverso una fotografia. Ho utilizzato una Fuji X-T2 con obiettivo Fujifilm XF18-55mm F2.8-4R LM OIS WR, impostando la fotocamera su ISO 200, 18mm, 0EV, f/5, 1/500s.

Con queste impostazioni, sono riuscito a catturare la luce naturale che illuminava l’abbazia, mettendo in risalto la sua bellezza austera e solenne. La foto rende omaggio alla semplicità e alla potenza visiva di questo luogo, un frammento di storia intrappolato in un’immagine che racconta secoli di mistero e fede.

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