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ToggleChi di noi, passeggiando per Roma, non si è mai chiesto come fosse camminare lungo una vera strada romana? Quelle vie lastricate, perfettamente dritte, che un tempo univano le province dell’Impero e raccontano ancora oggi la genialità costruttiva dei Romani. Le strade romane non erano solo infrastrutture: erano simboli di potere, connessioni fra popoli e luoghi dove il tempo sembrava scorrere con lentezza solenne.
In questo articolo però vi porto lontano da Roma. O meglio, vi porto in un luogo che racconta la Roma antica con lo stesso fascino, ma in un contesto e una visione diversa, più selvaggio, più silenzioso. Oggi parliamo del Parco Archeologico di Vulci dove vedere le strade romane in altri contesti.
Vulci, dove la storia cammina con te
La foto che accompagna questo articolo non è stata scattata nel cuore della Capitale, ma a Vulci, un’area archeologica straordinaria nel cuore della Maremma laziale, tra Canino e Montalto di Castro. È lì che ho camminato su una strada romana perfettamente conservata, circondata da colline deserte e dal silenzio che solo la campagna può regalare. Un silenzio che parla più di mille parole.
Lo scatto immortala uno dei tratti meglio conservati di strada romana all’interno del parco, che conduce verso l’arco monumentale. Un’immagine potente, dove si ha quasi l’impressione che da un momento all’altro possa apparire una biga o un legionario. È questo il fascino di Vulci: ti riporta indietro nel tempo senza filtri, senza rumori di fondo dove l’unica protagonista in questo caso è la strada romana.
Come arrivare a Vulci
Vulci si trova in provincia di Viterbo e si raggiunge comodamente in auto. Da Roma basta prendere l’Aurelia in direzione nord e poi seguire le indicazioni per Montalto di Castro. Poco dopo, troverete le indicazioni per il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci. Se arrivate in treno, la stazione più vicina è quella di Montalto di Castro, da qui però serve un mezzo per proseguire (auto a noleggio o taxi).
L’ingresso al parco è ben segnalato, e il sito è facilmente percorribile a piedi grazie ai vari sentieri attrezzati. Consiglio scarpe comode e, se è estate, acqua e protezione solare: il sole della Maremma non perdona!
Quando visitare il Parco di Vulci
Il periodo migliore per visitare Vulci è senza dubbio la primavera o l’autunno. Le temperature sono più miti, la natura circostante esplode di colori e i sentieri diventano ancora più suggestivi. In estate il caldo può essere intenso, ma il fascino del sito resta comunque intatto, soprattutto nelle prime ore del mattino o al tramonto dove vi potrete godere come erano fatte le strade romane.
Il parco è aperto quasi tutto l’anno, ma ti consiglio di controllare sempre gli orari aggiornati sul sito ufficiale www.vulci.it. Qui troverai anche informazioni su eventi, visite guidate, mostre temporanee e attività per i più piccoli.
Lo scatto: tecnica, attrezzatura e ispirazione
La foto che ho realizzato a Vulci è uno dei miei scatti preferiti di questo ultimo periodo. Per realizzarla ho usato la mia fidata Nikon D5000 con obiettivo Nikkor AF-S DX VR Zoom 18-55mm f/3.5-5.6G. Le impostazioni erano: ISO 200, 19mm, 0EV, f/10, 1/500s.
Ho scelto un’inquadratura molto bassa, quasi radente alla pavimentazione, per enfatizzare la texture delle pietre antiche e creare una prospettiva forte verso l’arco in fondo. Il bianco e nero è stata una scelta precisa: volevo eliminare ogni distrazione, mettere in evidenza i contrasti e restituire un senso di eternità. La luce laterale ha aiutato a scolpire le linee e ad aumentare l’effetto tridimensionale perfette per mostrare come erano costruite le strade romane.
Tra pietra, luce e tempo: le strade romane!
Nella fotografia si vede una strada romana lastricata, composta da grandi blocchi di pietra levigati dal tempo e dalle intemperie. Le giunture tra le pietre sono evidenti, segnate dal passaggio dei secoli e da quella sottile vegetazione che spesso colonizza gli interstizi un classico per le strade romane. Sullo sfondo, svetta un arco solitario che pare custodire l’ingresso a un’altra epoca. Il cielo è spettacolare, con nuvole mosse che sembrano accompagnare la strada in un viaggio senza fine.
È una foto che racconta il passato, ma lo fa con un linguaggio moderno, grazie al contrasto netto e al punto di vista insolito. Quando l’ho scattata, mi sono abbassato quasi a toccare il terreno. Ho voluto dare la sensazione di essere lì, in quel preciso momento, come se chi osserva la foto potesse davvero sentire il rumore dei propri passi su quelle pietre.
Quanto c’è da scoprire nel nostro patrimonio!
Ogni volta che visito un luogo come Vulci, mi rendo conto di quanto ancora abbiamo da scoprire del nostro patrimonio. Le strade romane, tanto celebrate nei libri di storia, sono ancora lì, pronte a raccontarci qualcosa. Non serve andare lontano per viaggiare nel tempo: a volte basta una macchina fotografica, un po’ di curiosità e la voglia di sporcarsi le scarpe di polvere antica.
Se non ci sei mai stato, metti Vulci nella tua lista. E se ci sei già stato, torna a vederla con occhi diversi. Magari portando la tua reflex, o semplicemente lasciandoti guidare dal silenzio delle pietre.